Daredevil: Cuorenero e Cuore di Tenebra – Recensione

Ma c’è qualcun altro che ti guarda… e ti perdona. Ti perdono anch’io. Lo facciamo tutti, sempre…” queste parole, lette la prima volta una trentina di anni fa, mi hanno accompagnato come una litania di sottofondo fino ad oggi.

Credo sia innegabile che cresciamo guidati da insegnamenti che ci modellano fin nel profondo e nei quali spesso ci imbattiamo per caso, trovandoli dove meno ce li aspetteremmo. E’ il caso di questa frase che sarebbe normale attribuire a qualche predicatore religioso ma che invece viene pronunciata da un avvocato cieco vestito da diavolo e rivolta addirittura al monarca dei demoni con un tono assolutorio che riguarda però più la vita e le scelte di chi la pronuncia che non l’avversario cui è diretta.

Siamo alla fine degli anni ’80, più precisamente tra settembre 1988 e dicembre 1989, ed il difensore di Hell’s Kitchen sta cercando di sopravvivere all’incontro con un nuovo avversario che lo ha sconfitto e –letteralmente- devastato: Typhoid Mary. Siamo soprattutto nel pieno di uno dei cicli più significativi della sceneggiatrice statunitense Ann Nocenti scrittrice e giornalista molto attenta alle tematiche politiche e sociali che la circondano, vicina a posizioni di una sinistra radicale su temi quali ambiente, integrazione razziale, femminismo, diritti degli animali… e capace di riversare con passione e capacità di coinvolgimento le sue idee nel mondo di Matt Murdock (ed ovviamente in ogni opera da lei sceneggiata come ben dimostrano anche gli ultimi lavori per Dark Horse Comics).

Gli archi narrativi di Cuorenero e Cuore di tenebra, che poi possono essere visti tranquillamente come un unico sviluppo di trama, sono riproposti in due volumi della Daredevil collection di Marvel Panini e ci portano in una New York devastata dall’invasione dei demoni che fa da sfondo all’ avvenimento mutante “inferno” e segue lo scontro tra Devil e Typhoid Mary dopo il quale il nostro eroe si trova in fin di vita abbandonato in un campo, distrutto nel fisico ma soprattutto nello spirito dall’amore tossico con la psicopatica avversaria.

Piccolo inciso: viene da pensare che Matt avrebbe dovuto essere più scaltro in ambito sentimentale, avendo già vissuto le conseguenze di un amore “tossico” (questa volta nel senso più tristemente comune del termine) nella sua relazione con Karen Page ma a ben guardare forse la Nocenti in questo modo ha voluto anche dare un messaggio di ulteriore redenzione per la figura della ex compagna di Devil mostrandoci la vera tossicità di un rapporto insano.

Nel caos di una città preda dei demoni Devil cerca di rimettere in piedi la sua vita ma si trova ad agire quasi per inerzia, privo di quella bussola morale che ne ha sempre contraddistinto le azioni ma tenuto aggrappato ai suoi valori dalla presenza preoccupata dei suoi amici (rappresentati forse un po’ troppo ruffianamente soprattutto da bambini); saranno proprio gli emarginati, gli ultimi tra gli ultimi, coloro che passano le feste di Natale alla mensa dei poveri a salvare “l’eroe”, rialzandolo dopo che Mefisto l’ha fatto cadere…

La trama orizzontale prosegue poi attraverso pagine di accusa sociale ai metodi di allevamento animale e, di riflesso, allo stile di vita americano presentandoci come compagni di viaggio gli Inumani, Brandy ossia una “ribelle con il rolex” pagato da papà, Ultron ed una creazione dell’eugenetica più spinta: Numero Nove, la donna perfetta (meravigliosa antitesi proprio di Brandy).

Fingendo di raccontarci un “viaggio di ritorno” la Nocenti ci parla di programmazione e suggestione mentale come un Nolan ante litteram, ci parla di perdono e di accettazione dei propri limiti ed anzi di apprezzamento di essi, mettendo queste parole in bocca ora a Gorgon, ora ad Ultron, ora ancora a Numero Nove, a dimostrare una profondità di pensiero insita in chiunque fosse anche una bambola vivente vestita con la bandiera americana (ogni volta che vedo queste tavole mi è impossibile non pensare a Capitan America ed a come sia diverso il senso del suo abbigliamento ed il modo di esibirlo…).

Da tutto questo susseguirsi di scontri ed avventure emerge che il vero nemico del manipolo di persone altri non è che il Male stesso, rappresentato da Cuorenero e da suo padre Mefisto; trovo davvero meraviglioso che Devil, eroe prettamente urbano, si trovi a dover affrontare un nemico così “irreale” che oserei quasi definire filosofico.

Una storia orchestrata in maniera così precisa da sembrare una tragedia greca non poteva essere risolta se non dall’intervento del “deus ex machina”: in questo caso è Silver Surfer, storico antagonista di Mefisto, ad accorrere in aiuto degli uomini in balia del re dei demoni. Chi infatti se non il rappresentante della Purezza può scontrarsi con il Male per ottenere la salvezza degli uomini? Ecco che la mia definizione di filosofico riferito al nemico della saga può sembrare meno improbabile, sempre che non si vogliano addirittura azzardare parole come religione o teosofia…

In realtà penso che Ann Nocenti ci abbia parlato tutto il tempo, bisbigliando sotto traccia, di quello che è il senso profondo che ognuno di noi attribuisce alla propria esistenza, lottando in definitiva contro sé stessi fino ad arrivare ad accettare quello che siamo in virtù delle esperienze e delle stimolazioni che abbiamo ricevuto durante la crescita e fino a capire che, come recita il titolo del penultimo capitolo della saga, “il paradiso è sapere chi sei” (ed, aggiungo, accettarlo).

La frase finale detta da Devil a Mefisto è di perdono verso il proprio nemico ma soprattutto verso la propria persona, risultando così composta da parole liberatrici, capaci infatti di riportare i protagonisti nuovamente sulla terra e che sono oltretutto la riproposizione di quelle pronunciate dalla suora della chiesa di Hell’s Kitchen pronuncia ai piccoli amici di Devil che lo aiutano dopo lo scontro con Typhoid Mary nel volume “Cuorenero” (ulteriore dimostrazione della grandissima capacita di sceneggiatrice della Nocenti).

Ho particolarmente amato anche alcune piccole perle lasciate dalla sceneggiatrice lungo le pagine di questo ciclo come il velato omaggio al ragazzone della Distinta Concorrenza mascherato da “astronave che cade sulla terra con un bambino venuto dallo spazio” oppure il personaggio del demone Lucy che accompagna Numero Nove nel suo personale percorso di redenzione e che tanto mi ricorda i comprimari di quel capolavoro assoluto che è il Sandman di Neil Gaiman che proprio in quegli anni veniva pubblicato; davvero avrei visto questo Lucy muoversi perfettamente a suo agio nelle terre del Sogno…

Come spesso accade a questo altissimo livello di sceneggiatura corrisponde un altrettanto elevato valore della parte grafica; John Romita Junior è uno dei disegnatori più apprezzati tra quelli che hanno lavorato in Marvel tra la fine degli anni ’80 e l’inizio del nuovo secolo.

Con il suo stile inconfondibile, fatto di tratti decisi e profondi ma che riuscivano a dare volume e senso dinamico ad ogni linea, ben si adatta a narrazioni movimentate e veloci riuscendo però al tempo stesso a ben adattarsi a storie più introspettive ed analitiche come quelle che si accompagnano ai momenti più riflessivi – o difficili – di molti eroi come Devil oppure Iron Man, sempre accompagnati dalle ombre, a volte strazianti, delle loro scelte. Di qualità infine anche le chine che sempre esaltano il tratto del disegnatore ed i colori, sempre molto caldi ed accesi, che ben trasmettono la fisicità della narrazione andando però a sfumare fino al bianco nei momenti in cui la vicenda suggerisce uno svolgimento in un piano meno concreto del mondo reale.

In conclusione, ogni volta che sfoglio questi volumi mi fermo ad ammirare i disegni di John Romita Jr o le parole che Ann Nocenti scrive ed ogni volta trovo nuovi spunti di riflessione o di apprezzamento per un’opera che appare tutt’ora attuale per tematiche e realizzazione; non posso fare altro che consigliarlo a tutti coloro che vogliono intraprendere un viaggio di conoscenza e crescita divertendosi con quei “giornaletti da bambini” che tanto fanno sorridere con supponenza coloro che in realtà ignorano la profondità che stanno disprezzando.

Recensione de: “Il candido Umberto”

Daredevil collection “Cuorenero” Marvel Panini Comics 22,00 euro

Daredevil collection “Cuore di tenebra” Marvel Panini Comics 28,00 euro

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