Il lupo dei mari – Recensione

Il mare dà, il mare toglie.

Se volessi cercare di riassumere in una frase il volume Il lupo dei mari, sceneggiato, disegnato e colorato da Riff Reb’s per Kleiner Flug ispirandosi al romanzo di Jack London, difficilmente potrei trovare una sinossi più evocativa.

Dopo aver visto e recensito lo splendido volume A bordo della Stella del mattino dedicato ad un approfondimento dei motivi che spingevano, o condannavano, varie tipologie di uomini alla vita corsara, questa volta analizziamo come Riff Reb’s si concentri più sul contrasto tra due stili, quasi due filosofie, di vita antitetici.

Non è sbagliato considerare i romanzi di London metafore del percorso di crescita personale dei protagonisti e di conseguenza anche questa trasposizione del suo racconto può essere visto come un fumetto di formazione, in cui il confronto tra il Lupo Larsen ed il giovane Humphrey Van Weyden porta alla conclusione che vede sbarcare nuovamente sulla terraferma un uomo che cammina con le proprie gambe e non più un gentleman con una rendita sufficiente.

Anche in questo volume appartenente quasi ad una trilogia dei mari, Riff Reb’s ci regala atmosfere dense di malinconia e di sudore dipingendo figure di marinai che rimangono impresse nella memoria; pur non occupando che poche tavole in ogni capitolo molti comprimari vengono definiti a fondo nelle loro particolarità: il cuoco Mugridge, i marinai Johnson (non yonson) e Leach e comunque tutta la ciurma del Fantasma, nome non casuale della barca capitanata dal Lupo Larsen, sono tutti personaggi secondari ma con una profondità ed uno spessore non indifferenti.

Già dalla copertina del volume, però, si capisce quale sia il vero protagonista del racconto, ossia quel Larsen che, gigantesco, squarcia le nubi ed incombe sulla sua nave alla deriva nel mare agitato – proprio come la vita – quasi a simboleggiare quel dio che si crede essere, negando l’esistenza di un altro Dio proprio come sostiene lui stesso nelle discussioni con Van Weyden. E come tale Larsen risulta essere anche l’ultima immagine che ci rimane impressa nella memoria con il sorriso beffardo sul viso di un morto che è comunque riuscito ad ottenere quello che voleva, ossia far camminare sulle sue gambe e rendere un vero uomo il ragazzotto vigliacco e debole che aveva raccolto sulla sua nave.

E forse già dalle prime apparizioni di Humphrey con la sua fiducia, assolutamente ingiustificata come gli fa notare un anziano marinaio, nel capitano del traghetto – che finisce per naufragare – ci viene da pensare che il giovane riponga le sue speranze di crescita, per quanto inconsce, proprio in una figura che lo guidi nel suo percorso di maturazione. E questa persona sarà proprio Larsen, suo vero punto di riferimento pur nel voler esserne l’antitesi.

Proprio il continuo e cercato confronto, anche fisico, tra i due protagonisti è il motore che porta Van Weyden a diventare uomo; se vogliamo azzardare, risolvendo anche, sia pur con una morte non causata da lui, il complesso edipico che nasce innamorandosi della stessa donna desiderata da Larsen. Il mettersi comunque sempre in contrasto con la filosofia e l’etica utilitaristiche e materialistiche del Lupo portano Humphrey a rivalutare ogni volta le proprie scelte rendendosi conto di come spesso non sia facile, ed a volte neanche giusto, perseverare ottusamente nei propri punti di vista; e proprio questo rende possibile la crescita e lo sviluppo di una personalità più matura e solida da parte del ragazzo, quasi ad essere il reale lascito ereditario del terribile capitano.

Dal punto di vista grafico il tratto di Riff Reb’s si conferma di altissimo livello con una precisione nel definire con linee nette i personaggi ed i momenti più chiari e didascalici ed invece con il sapiente uso dell’ombreggiatura e del non definito quando è maggiore la presenza del sottinteso e dell’indizio vago. Di grande valore sono anche le tavole introduttive di alcuni capitoli, tutte in bianco e nero con linee sfumate che suggeriscono, più che limitare, i confini del narrato e che sembrano quasi fare da piccolo riassunto e collegamento tra gli avvenimenti passati e quelli futuri.

Tavole come quella del risveglio dopo il naufragio, con il mondo che recupera forma attraverso i colori, oppure come quelle del mare calmo in una notte di stelle che si rispecchiano nella sua luminosa oscurità od ancora quelle in cui lo stesso mare è invece gigante arrabbiato che reclama il dovuto rispetto o, non ultime quelle in cui scava tra i volti degli uomini mettendo a nudo le loro convinzioni e le motivazioni profonde che li animano, tutte – dicevo –  ci mettono di fronte al grande talento artistico dell’autore che riesce a rappresentare, lasciandoci ammirati, ogni aspetto ed ogni sfumatura del mondo, umano e naturale, che descrive.

Impossibile poi non rimanere incantati anche dalla scelta coloristica di Riff Reb’s che per ogni capitolo sceglie un unico colore per sviluppare tutte le tavole, declinandone semplicemente l’intensità a seconda delle esigenze narrative; ovviamente i colori stessi non sono utilizzati a caso ma richiamano sottilmente il filo conduttore del capitolo passando dall’arancione di quelli più concitati al rosso laddove sono l’ira e la rabbia a muovere i personaggi, dal giallo e dal verde dei momenti di calma apparente, al blu di quando il mare profondo si prende cura dell’anima di tutti gli uomini…

Arrivati infine alla conclusione delle centotrenta pagine de Il lupo dei mari è facile e direi quasi scontato per chiunque ritrovarsi pienamente immedesimati nell’immagine conclusiva, dove un ormai non più ragazzo Humphrey aspetta il piroscafo che lo riporterà nella società degli uomini senza quella gioia che si sarebbe aspettato di provare e privato della donna che pensava di amare, senza però riuscire a difendere, ma parimenti con la certezza di essere un uomo, forse non migliore ma sicuramente più consapevole di sé stesso.

Davvero difficile, in conclusione, non apprezzare questo volume di Riff Reb’s che Kleiner Flug ha portato nelle librerie, regalandoci un altro capolavoro della trilogia del mare e facendoci sicuramente venir voglia di approfondire il catalogo di una casa editrice che ci insegna a sorvolare con leggerezza, che non è superficialità, il nostro mondo e ciò che in esso vive…

Recensione del candido Umberto

“Il lupo dei mari” di Riff Reb’s editore Kleiner Flug 16,00 euro

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