Dragonero: Il volo delle viverne
Eccoci qui ad un altro numero di Dragonero, ovvero “Il volo delle viverne”, un albo molto ricco di eventi e di rivelazioni.
Ian si troverà ad avventurarsi nella foresta boreale dell’Erondán centro settentrionale con destinazione il Nido delle viverne, accompagnato dal suo fido compagno Gmor e da sua sorella Myrva. Il motivo di questo lungo e lento viaggio è l’avvistamento di un’enorme viverna nei pressi del suddetto nido. Vrill Ausofer non si fa scappare l’occasione e manda ad indagare le sue spie, scoprendo non solo che la viverna in questione è una Madre – una viverna in grado di generare altre viverne – ma che è fuggita da Roccabruna, quindi potenzialmente addestrabile.
Facciamo un passo indietro tornando al numero 57 di Dragonero – Prigioniero!- dove vediamo la caduta di Roccabruna. Quest’ultima è il posto dove venivano allevate ed addestrate le viverne per la guerra. Questa mossa – tatticamente sensata – porta alla conseguente perdita della superiorità aerea nelle guerre contro le regine nere e la conseguente caduta di Súhrendárt.
La distruzione di Roccabruna segna l’inevitabile estinzione delle viverne da guerra, che a fine conflitto verranno sostituite dai Sauri volanti e dai nuvolanti.
Ma fermiamoci un attimo a ragionare. In questo momento della guerra abbiamo un impero teocratico che sta incominciando a soffrire gli attacchi dei ribelli in modo visibile. Sicuramente il primo colpo accusato è la caduta della torre dei tecnocrati, che ha privato l’impero non solo delle armi tecnologicamente più potenti ma anche dei nuvovolanti e dei dirigibili, togliendo di fatto la superiorità aerea che permetteva all’impero di avere la meglio sui suoi nemici, per non parlare della sua logistica militare. Ora, uno può anche pensare:” Vabbé ma anche se non ha più una supremazia aerea ha comunque un esercito e la magia della signore delle lacrime dalla sua parte! “. Questo è più o meno vero ma se svisceriamo il tutto non troviamo questa forza che ci si aspetta: poiché avere i cieli sguarniti potrebbe dare non poche gatte da pelare agli imperiali e sicuramente non possiamo dimenticarci delle incursioni di Sera all’inizio del conflitto, quest’ultime hanno tolto tanti torri e forti ai nemici in poco più di un mese.
Se poi parliamo della Signora delle anime vediamo come nel albo “Il dormiente” l’enclave della montagna, non senza evidenti sacrifici, resiste e respinge la dea alata. Così facendo l’esercito imperiale viene sbaragliato dando di fatto una frenata alle mire espansionistiche imperiali o per meglio dire a quelle di Leario.
Ed è qui che l’ultimo numero di Dragonero incomincia a far sentire tutta la bravura dei suoi sceneggiatori. Perché proprio quest’ultimo rischia di perdere l’appoggio dell’imperatore che passa le giornate con la dolce Mouză, che incomincia a farlo destare dalla sua inettitudine. Sarà poi da capire se questa perfetta concubina sia una pedina ribelle o no, c’è però da dire che le cose si stanno mettendo sempre peggio per l’impero. Se poi ricordiamo che ora i clan degli orchi sono uniti sotto un’unica bandiera e che una forza negromante sta risvegliando i morti per una possibile invasione, i fronti per un disastro senza fine aumentano ad ogni pagina che sfogliamo. Non ci resta dunque che aspettare qualche settimana per gustarci nuove avventure nelle terre dell’Erondán in compagnia di Ian e soci.
PS: c’è un enorme rivelazione nell’albo che ho volontariamente omesso per non togliere la sorpresa al lettore. Gustatevela e ditemi se anche a voi l’hype non è salito a 1000.