Dragonero – Le viverne
Buongiorno a tutti i popoli dell’Erondár, oggi vi proponiamo una nuova rubrica inerente al mondo di Dragonero. Quello che vogliamo proporvi è una sorta di Guida – o bestiario che fa molto GDR – di questo universo con animali, posti e persone che lo compongono. Inizieremo dal numero di Dragonero il ribelle, “Il volo delle viverne”, parlando proprio di queste creature. Non indugiamo oltre e iniziamo ad esplorare le terre selvagge dell’Erondár.
CARATTERISTICHE
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Le viverne si presentano come dei draghi piumati di medie/grandi dimensioni ma differiscono per anatomia e comportamento: a differenza dei maestosi draghi le viverne non hanno quattro zampe ma bensì due posteriori e due che si sviluppano sulle ali, chiamate “Grandi Braccia”. Non hanno la capacità di sputare fuoco, veleno o altro dalle fauci e tendenzialmente vivono in branchi, dove non esiste una vera e propria gerarchia – almeno nessuna che venga citata negli albi – ma sicuramente le “Madri”, ovvero viverne femmine in grado di procreare distinguibili dalle enormi dimensioni, tendono ad essere “rispettate” come fossero una sorta di regina del nido.
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Le viverne selvatiche tendono ad avere un temperamento aggressivi e attaccano altre creature, volanti e non, come grifoni e sauri volanti. Sono carnivore brave a cacciare animali sia a terra che in acqua ed alcune volte si cibano anche di viandanti e bestiame.
LE VIVERNE E ROCCABRUNA
Nel mondo fantastico di Dragonero le viverne sono allevate ed addestrate a Roccabruna, una città imperiale che sorge sulle sponde di un lago e che è sede dell’accademia dei dragonieri imperiali ed è qui che vengono create letteralmente le viverne da guerra. Difatti, queste creature sono un ibrido tra i sauri volanti e le Madri e si riproducono inseminando le uova di questultime la cui schiusa è affidata ai Custodi.
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CURIOSITÀ : La Madri rimangono in perenne estro e sono in un continuo stato dormiente, agevolando tutta l’operazione di semina.
Una volta finita la schiusa vengono cresciute e affidate agli Ammestratori che hanno il compito di addestrare sia i Dragonieri che le viverne. Durante l’addestramento vengono usate le viverne chiamate Muli, di sesso maschile, che risultano di carattere più docile; mentre le viverne femmine, chiamate Feroci, saranno quelle usate in combattimento poiché presentano un’indole più aggressiva.
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Una squadriglia di dragonieri ben addestrati può essere una vera e propria minaccia, sia terrestre che aerea; l’unione dell’abilita del dragoniere con la ferocia della viverna permette anche a tre o quattro elementi di attaccare piccoli reggimenti o creature, molte volte più grandi, senza subire perdite significative; Infatti, vengono utilizzati per il pattugliamento dei confini di Vàhlendàrt – Capitale dell’impero -. Ricordiamo che i dragonieri sono ufficiali imperiali d’élite o veterani che subiscono un duro addestramento prima di essere considerati idonei a dar battaglia.
Con la caduta di Roccabruna le viverne da guerra si possono definire “estinte”, questo per via del fatto che le viverne da guerra sono sterili e che il nuovo impero non ha voluto – o potuto, questo a noi lettori non è dato sapere – ripristinare queste forze aeree, affidandosi ai più miti sauri volanti e ai nuvovolanti.
ORIGINI E MITI
Nella realtà di tutti i giorni queste creature abitano il mondo della mitologia ed esse sono raffigurate come simili a draghi europei ma con differenze anatomiche importanti. Quella più evidente risiede nella coda che termina con un pungiglione in grado di iniettare veleno mortale o paralizzante – in base alla leggenda a cui si fa riferimento-. Negli araldi medioevali viene raffiguranta in modo simile ad una coccatrice – Viverna con al testa a forma di gallo – o ad un basilisco; la viverna può rappresentare significati diversi come la peste o il concetto di conquista – che sia un caso?!- o può simboleggiare casate nobiliari.
Ai giorni nostri le viverne sono utilizzate nelle culture fantasy – o fantastiche – e sono raffigurate in modo anche diverso, popolando libri e GdR di vario genere.
CURIOSITÀ: Nel 1993 in bassa Sassonia , Germania, un equipe di scienziati disse di aver ritrovato i resti di un rettile che ricordava molto una Viverna. Tempo dopo la stessa equipe confessò di aver inventato il tutto per farsi pubblicità e per evitare problemi di natura giuridica.