Intervista a Nino Cammarata

Per concludere degnamente questa settimana dedicata ad H.P. Lovecraft non poteva capitare di meglio che avere la possibilità di rivolgere qualche domanda ad un artista che ha avuto molto a che fare con la trasposizione su carta delle opere del solitario di Providence; siamo riusciti a rubare a Nino Cammarata, autore di moltissime copertine e diversi volumi dedicati ai romanzi di Lovecraft per Edizioni NPE, un pochino del suo tempo ed a farci dare risposta ad alcune domande sul suo lavoro in generale ed in particolare sul volume La tomba, su adattamento di D.D. Bastian, di cui abbiamo già parlato brevemente nell’articolo di apertura di questa settimana dedicata tutta allo scrittore americano.

Prima di riportare l’intervista nella sua interezza, diamo un veloce sguardo alla biografia professionale del bravo disegnatore – e non solo – italiano.

Nino Cammarata, classe 1983, è un artista, illustratore e visual designer siciliano.

Dopo il diploma all’Istituto d’Arte ed una breve parentesi all’Accademia di Belle Arti di Catania lascia gli studi per dedicarsi alla pittura e parallelamente inizia il lavoro di grafico in tipografia, che lo impegnerà per un intenso decennio.

Solo intorno al 2009 il suo interesse per le arti e la comunicazione per immagini lo avvicina al mondo dell’illustrazione e del fumetto.

Completamente autodidatta, muove i primi passi nell’editoria disegnando le prime copertine di libri per piccoli editori: nel 2009 e nel 2014 illustra il volume Angelo Lino custode birichino scritto da Bruno Concina, pluripremiato disegnatore Disney, per Euno edizioni.

Nel 2016 debutta come disegnatore nel mondo del fumetto con Heroes, scritto a quattro mani dallo scrittore americano Richard Chizmar e dall’attore, scrittore e sceneggiatore di Hollywood John Schaech, pubblicato in Inghilterra e negli Stati Uniti da SST Publications.

Nel 2017 l’editore inglese SST Publications pubblica il suo graphic novel The Black Cat, adattamento del celebre racconto di Edgar Allan Poe. Nello stesso anno partecipa come illustratore e comic artist all’antologia a fumetti Hellraiser Anthology Vol. II del maestro dell’orrore Clive Barker per Seraphim Comics.

Dal 2017 collabora attivamente con Edizioni NPE come colorista, illustratore di numerose copertine e disegnatore e autore di graphic novel.

Nel 2018 arricchisce con le sue illustrazioni un prestigioso volume antologico intitolato Cosmic Interruptions del grande Joe R.Lansdale, pubblicato in Inghilterra da Sst Publications.

Nel 2019 collabora come disegnatore con Ahoy Comics di Tom Peyer.

In questi anni, oltre a realizzare svariate copertine di libri per editori italiani ed esteri, ha curato l’artwork delle copertine dei dischi di artisti del panorama musicale nazionale e internazionale tra i quali quella dell’ultimo album del leggendario rapper americano Nine prodotto dagli Snowgoons.

Oltre che illustratore e grafico, Nino, è anche pittore. Dipinge infatti da quasi vent’anni e le sue opere sono state acquistate da collezionisti privati di tutto il mondo.

Ed ecco quello che siamo riusciti a scoprire da Nino durante una piacevole chiacchierata virtuale che ci ha permesso di conoscere meglio una persona estremamente gentile e disponibile oltre che artista completo e capace:

Hai iniziato nel mondo dei comics con adattamenti di storie di Edgar Allan Poe ed H.P. Lovecraft, hai lavorato per la Seraphim di Clive Barker ed hai illustrato una raccolta di racconti di Joe R. Lansdale; si può dire che ti affascina un certo tipo di letteratura più visionaria che descrittiva?

Decisamente. Adoro perdermi in mondi fantastici. Malgrado io sia nella vita una persona molto pragmatica ed incline a prendere sul serio solo ciò che la scienza può comprovare, nell’arte e nella letteratura sono da sempre affascinato dal mistero, dalle opere surreali e fantastiche.

Qual è il rapporto che ti lega a H.P. Lovecraft ed alle sue opere? Cosa ti affascina o ti turba dei suoi racconti? Nei tuoi lavori ti sei avvicinato maggiormente ai racconti meno noti dello scrittore di Providence; è un caso oppure preferisci questi ai cicli più famosi?

Devo dire che ho scoperto Lovecraft un po’ tardi, in un età matura in cui si tende ad essere prevenuti su certi temi. Sono stato da subito conquistato da racconti come il colore venuto dallo spazio (tra i mei preferiti di sempre) o la tomba, i sogni nella casa stregata. Quello che apprezzo maggiormente di Lovecraft è la sua sconfinata fantasia e la sua straordinaria capacità di narrare l’ignoto con grande maestria.

Cosa ti ha spinto a dedicarti esclusivamente al lavoro di disegnatore?

Il caso probabilmente. Disegno da sempre, mi occupo di illustrazioni da parecchi anni in diversi campi. A parte the black cat i libri a cui ho lavorato fino ad ora mi sono stati commissionati dagli editori, nasce da lì il mio ruolo di disegnatore. Nel cassetto, comunque, ho due o tre storie che potrebbero presto portarmi a realizzare il mio primo graphic novel inedito da autore completo.

Per edizioni NPE ti occupi delle copertine di moltissimi volumi, della colorazione della collana dedicata ad Eduardo De Filippo ed ovviamente alla realizzazione di numerosi volumi disegnati e colorati da solo: con quale delle diverse attività ti trovi più a tuo agio?

Il lavoro di illustratore è sicuramente quello a me più congeniale, quello al quale ho rivolto maggiore studio e ricerca. Sia in ambito letterario, con le cover dei libri, che musicale con quelle dei dischi lavorare al vestito di un opera è la parte più stimolante della mia professione.

Collegandoci alla domanda precedente, quali diversità ci sono tra impostare i colori di un volume, crearne una sinossi per la copertina e disegnare in toto un’opera a sé stante?

Beh, le differenze principali per me sono di metodo e di approccio.

Quando lavoro alla cover per un libro il confronto con l’editor o l’ad delle case editrici, è fondamentale. Di solito mi forniscono loro la sinossi dalla quale io elaboro l’idea per la copertina che preparo come bozza.

Quando lavoro per me stesso ad un illustrazione o dipinto, invece, passo dall’idea all’esecutivo senza schizzi preparatori riproducendo ciò che mi appare chiaro nella testa.

Per i progetti complessi tipo le graphic novel, in cui una pianificazione delle tavole è per me fondamentale, il dialogo con l’autore e la ricerca sono anche in questo caso molto importanti.

L’attività di colorista, quando si colorano i disegni di un altro autore, è invece più che altro un lavoro di responsabilità. Anche qui c’è sempre una fase di ricerca preliminare che mi aiuta a decidere come procedere ma la sfida maggiore sta nel riuscire a non alterare il linguaggio del disegnatore.

Cosa ti è piaciuto maggiormente nel rappresentare un racconto minore di Lovecraft come “la tomba”?

Malgrado sia uno dei racconti giovanili e minori dello scrittore di Providence, probabilmente in questa storia c’è già tutto Lovecraft. Seppur a livello embrionale in questo breve racconto troviamo già molte delle costanti della narrativa dell’autore, e approfondendo la biografia di Lovecraft è impossibile non notare similitudini tra il protagonista Jervas e l’autore Howard. Uno degli aspetti che apprezzo di più in questo tipo di storie è la narrazione in prima persona del protagonista. Devo dire che mi sono divertito molto a lavorare a questo Graphic Novel. D.D. Bastian, l’autore dell’adattamento, mi ha dato da subito carta bianca per la realizzazione grafica del racconto cosa ampiamente stimolante per un disegnatore.

Ho trovato molto interessante l’impostazione classica delle tavole con vignette a schema fisso laddove si narra della vita normale del protagonista, contrapposte a quelle con uno sviluppo senza regole di quelle in cui invece l’attenzione è dedicata allo sviluppo dei suoi pensieri e sensazioni: un tumulto senza schema sia per i disegni che per le vicende. E’ stata una scelta ponderata oppure frutto dell’ispirazione del momento?

E’ chiaramente una scelta ponderata.

La composizione grafica delle tavole a volte è un aspetto trascurato in un certo tipo di fumetto, io credo invece sia un elemento che sfruttato al meglio possa essere la migliore strada da percorrere per trasportare nel modo corretto il lettore dentro la storia. Un layout studiato impone al lettore un ritmo di lettura, delle pause e degli accenti che danno ritmo e spessore al racconto.

Il colore ha una forte componente narrante nella storia: dal bianco e nero dei ricordi (nei quali la presenza dell’elemento reale risulta comunque sempre debolmente colorato) ai colori che passano attraverso tutte le tonalità più cupe e “malate” come se la mancanza di tinte luminose e calde, pastello potremmo quasi dire, ci suggerisse che non vi sia alcun momento di serenità o almeno di normalità ad accompagnare la vita del protagonista. Abbiamo visto giusto nella tua decisione di usare una tale scelta cromatica?

Sono felice che abbiate colto anche questo aspetto del mio lavoro. Il colore, usato nella maniera corretta influenza lo stato emotivo del lettore agendo direttamente sull’inconscio.

Se sfruttato bene, è un elemento riesce che può dare alle storie stampate l’atmosfera che nel cinema dà la colonna sonora. Fare scelte cromatiche ragionate è la parte centrale di tutto il mio processo creativo.

Come ti sei trovato a disegnare una storia priva di dialoghi? E’ stato difficile dover lasciare tutto il peso della narrazione a disegni (e colori come abbiamo visto) oppure questa particolare situazione ti ha permesso di esprimere al meglio la tua capacità rappresentativa attraverso il solo medium visivo?

Anche per the Black Cat, di cui ho curato anche l’adattamento, ho scelto di eliminare i dialoghi dalla storia.

Amo disegnare storie prive di dialoghi, sono sempre stato affascinato, anche in letteratura, da questo tipo di narrazione. Mi consentono di rappresentare con le immagini un sottotesto personale.

Sono forse le storie più difficili da rendere in un medium come il fumetto, in cui il ballon è quasi sinonimo del medium stesso, ma adoro le sfide!

Quali sono i tuoi metodi di ricerca ed informazione quando ti dedichi alla rappresentazione di uno scritto di altri autori?

Quando si tratta di opere inedite, il dialogo con lo scrittore/sceneggiatore è un punto fondamentale. Se mi trovo a disegnare una storia già edita come nel caso di La Tomba di Lovecraft, o The Black Cat di Poe, faccio innanzitutto ricerca del testo. Leggerle in lingua originale è il massimo ma anche studiare se ci sono differenze nelle varie traduzioni delle diverse edizioni può suggerire qualche spunto. Fondamentale è leggere anche articoli o saggi dedicati all’autore o al racconto stesso. E ovviamente non guasta osservare in che modo altri artisti o autori hanno già interpretato l’opera in questione.

Quali sono gli autori cui ti ispiri o dai quali ti senti maggiormente attratto? Non solo nel tuo campo di disegnatore ma anche in ambito letterario, cinematografico, musicale… insomma artistico in senso assoluto?

E’ talmente vasto il raggio che abbraccia i miei interessi che mi condizionano consciamente e inconsciamente che oggi risponderei in un modo e domani in un modo completamente diverso. Se devo fare di nomi in questo momento mi vengono in mente Dave McKean, Sean Phillips, Bill Sienkiewicz, Garth Ennis, Ligotti, Bukowski, Ferenc Pinter, Francis Bacon, Moebius, Bosh, Alan Moore, Robert Maguire, Robert Fawcet, Karel Thole, Giger, William S. Burroughs, David Lynch, Wes Craven, Edgar Allan Poe, David Foster Wallace, Kafka, Toppi, Tarantino, Wes Craven, Sam Raimi, i Black Sabbath, Rob Zombie, Clive Barker e le copertine dei dischi metal anni 80 e 90. Ma potrei continuare per ore.

Cosa stai leggendo, guardando ed ascoltando in questo periodo?

Sono abituato ad iniziare più libri contemporaneamente (probabilmente sbagliando). Ho da poco finito di leggere “alta definizione” di Adam Wilson un libro che mi ha divertito molto, ma che non ha nulla a che fare con l’horror. In questo periodo sto ultimando la lettura di Figure, il saggio di Riccardo Falcinelli sul funzionamento delle immagini e l’autobiografia di Mark Lanegan. In oltre proprio ieri ho acquistato “una coppia perfetta“ di Lansdale e non ho resistito a non leggerne i primi capitoli. Per quanto riguarda i comics le uniche due serie che sto seguendo (ecco che torna l’horror) sono Gideon Fall e Outcast.

Sto guardando la nuova serie di American Gods e ho finito qualche giorno fa Truth Seekers, una serie davvero ben fatta, è un peccato che abbiano cancellato la seconda stagione.

Sto ascoltando tanta roba, come sempre. La musica è fondamentale nella mia vita ed è musa ispiratrice nel mio processo creativo, nel mio studio il sottofondo musicale è continuo ed ininterrotto.

Ascolto prevalentemente metal in tutte le sue sfaccettature ma non disdegno affatto rap e hard core vecchia scuola, in questi giorni però sto in fissa per Coltraine e Chet Baker.

Ipotizzando che tutto sia possibile, quale eroe o storia ti piacerebbe disegnare o realizzare?

Domanda complicatissima. Dovendo scegliere direi i due personaggi più fighi che siano mai apparsi su un fumetto, John Costantine e Lobo e amerei disegnare le copertine di Spawn o Batman.

Per quanto riguarda invece una storia, sceglierne solo una significherebbe fare torto ad altre mille, ma una storia horror scritta da Palahniuk la disegnerei gratis.

Immancabile domanda finale: a cosa stai lavorando adesso e quanto dovremo aspettare per goderci una tua nuova creazione?

Questo ultimo anno è stato duro anche a livello professionale e ha bloccato un paio di progetti in corso, purtroppo. Autopubblicherò a breve un artbook che conterrà 50 ritratti di band e artisti del mondo del rock, e sto lavorando a due graphic novel delle quali l’unica cosa che posso anticiparti è che sono entrambi storie dell’orrore.

Per quanto riguarda le illustrazioni cerco di pubblicare ogni giorno qualcosa di nuovo sui miei canali social, seguitemi per restare aggiornati!

instagram @nino_cammarata_artist

Ci congediamo così da voi, cari operai di Industrie Nerd con la speranza di avervi regalato una settimana di gradevole orrore cosmico e con la certezza di avervi aiutati a conoscere meglio un artista di talento ed una persona di valore come Nino Cammarata che ringraziamo per la disponibilità e pazienza nei nostri confronti e soprattutto per la grande professionalità e l’impegno profusi nei suoi lavori, con la speranza di poterci risentire al più presto per parlare delle sue nuove creazioni.

Il candido Umberto e la redazione tutta di Industrie Nerd

Nino Cammarata

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial